La ricostruzione dentale in composito è una procedura che appartiene all'odontoiatria estetica conservativa in quanto si pone l'obiettivo di restaurare un dente danneggiato, tenendo comunque conto dell'aspetto estetico finale.
A cosa serve questo tipo di trattamento?
La restaurazione del dente mediante il composito si rende necessaria in una varietà di situazioni. Ad esempio il paziente può ricorrere a questa procedura per una frattura che ha spezzato in una o più parti il corpo dentale (il composito però si può usare a patto che la rottura non abbia interessato la base stessa). Oppure può essere un valido rimedio per una situazione di grave carie che ha danneggiato parte della polpa. É anche valido nel caso in cui il paziente abbia subito erosione e abrasione dentale a causa di sfregamento meccanico (quindi la condizione nota come bruxismo) o di contatto con agenti abrasivi. Infine si può utilizzare per ripristinare un punto di contatto fra due denti per evitarne la migrazione. Questo tipo di restaurazione è utile anche per risolvere condizioni più prettamente estetiche come il riavvicinamento fra i due denti che fisiologicamente dovrebbero essere contigui come nel caso dei diastemi, il cambiamento di colore o per la semplice sostituzione di vecchie otturazioni fatte con materiali scuri che sono un pugno in un occhio nel bianco dei denti (ad esempio le otturazioni in amalgama utilizzate per decenni ma ormai poco funzionali).
Che cos'è il composito?
La procedura consiste nell'applicazione di composito, con tecniche diverse a seconda dell'area o del danno da restaurare. Il composito nello specifico è un termine che indica un materiale costituito a livello molecolare da un insieme di due o più elementi: allo stato finale della lavorazione ciò che si ottiene è un elemento le cui proprietà sono superiori alla semplice somma delle proprietà dei singoli. Anche nella vita di tutti i giorni abbiamo a che fare con materiale composito: ad esempio la fibra di carbonio, il cemento armato o le nostre ossa sono dati da un insieme di elementi ma una volta che sono stati fusi risultano molto più resistenti e ottimali. In ambito odontoiatrico il composito che si usa per eseguire il trattamento è costituito da resina epossidica unita ad altri elementi che aggiungono un tocco in più. Ad esempio viene unita ad un riempitivo minerale, ossia molecole inorganiche che hanno il pregio di conferire maggior durezza e la visibilità se sottoposti a esami radiografici. Inoltre vi sono agenti leganti che fungono da collante tra la resina e i minerali inorganici. Il risultato è un materiale con una concentrazione di resina stabile al 45% circa con in più un colore molto simile a quello dei denti naturali. Grazie alle caratteristiche acquisite, questo particolare composito ha decisamente surclassato quelli che venivano utilizzati in passato, ossia quelli a base di amalgama, noti anche come piombature.
In cosa consiste esattamente la ricostruzione in composito?
La procedura prevede di sfruttare una delle caratteristiche principali del materiale, ossia la fotopolimerizzazione. Ciò significa che una volta esposto alla luce il composito si indurisce. Naturalmente il processo non avviene con la luce del sole, ma necessita della luce UV che va praticamente ad agire sulle singole del composito a comporre un'unica trama molto fitta. Pertanto l'odontoiatria durante la seduta impasta e modella il materiale in misura del danno da restaurare e della forma desiderata; una volta terminata questa fase può procedere al fissaggio, ottenibile mediante una semplice lampada a luce ultravioletta. Nel complesso il procedimento può durare dai trenta minuti alle due ore, ma si ottiene una ricostruzione notevolmente duratura.
Quali risultati realistici si possono ottenere?
I risultati che si ottengono sono in linea generale soddisfacenti perché si riesce a risolvere sena intoppi qualsiasi anomalia dentale tra quelle elencate precedentemente; pertanto si può ripristinare il ruolo funzionale dei denti e non si deve rinunciare all'importante aspetto estetico. Inoltre di norma ciò che si ottiene permane nel tempo. Tuttavia può succedere che a distanza di un paio di anni ci sia un distacco (che potrebbe causare un'infiltrazione di batteri) e un'alterazione della pigmentazione che potrebbero generare dei dissensi o comunque dell'insoddisfazione. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti è consigliato sottoporsi a visite di controllo periodiche e regolare in uno studio odontoiatrico per visite di controllo di manutenzione, in modo che si possa agire con piccoli ritocchi prima che sia necessaria la sostituzione totale. È fondamentale pertanto che il paziente sia pienamente consapevole e informato dal dentista dei benefici così come dei rischi.
Se vuoi saperne di più sulle ricostruzioni dentali estetiche in composito a Bari vieni a trovarci c/o lo studio dentistico Santoro (Dentista), in via Abate Giacinto Gimma, 171 (Bari) – Cap 70122, oppure puoi contattarci attraverso la pagina contatti del nostro sito.