Il cavo orale è spesso sede di insorgenza di neoformazioni che possono essere benigne, e quindi non causare alcun danno, così come possono essere potenzialmente maligne e causare problemi molto gravi. L'asportazione chirurgica consiste nella rimozione di queste formazioni e si pone come soluzione al disturbo.
A chi è rivolto il trattamento?
L'asportazione chirurgica è indicata nei pazienti che presentino neoformazioni potenzialmente maligne. Le neoplasie maligne del cavo orale rappresentano il 10% di tutte le neoplasie nel sesso maschile ed il 4% nel sesso femminile. A seconda della sede che si considera si possono osservare diversi numeri di incidenza (ad esempio solo la neoplasia al labbro rappresenta l'11% delle problematiche al cavo orale), ma comunque la sede orale più colpita è certamente la lingua. Le cause della neoplasia al cavo orale, così come di tutte le neoplasie, non sono ancora chiare, ma si sono individuati quelli che potrebbero essere fattori influenzanti. Si è visto ad esempio che l'assunzione di alcol e il fumo di pipe e tabacco può aumentare la predisposizione alla malattia e ancora di più se i due vizi coesistono nello stesso paziente. Altri fattori sono costituiti da una scarsa igiene orale, un posizionamento scorretto di una potesi e da traumi insorti nella parte intera della bocca.
Quali sono i sintomi di questo tipo di patologia?
I sintomi di una neoformazione sono diversi a seconda dello stadio che andiamo a considerare. All'inizio il paziente sperimenta l'insorgenza di un gonfiore che spesso non provoca dolore, tanto che può essere scoperto per caso. In altri casi si presenta come un'area ulcerata che in una condizione più avanzata può sanguinare, causare instabilità degli elementi dentali (a seconda della posizione in cui è collocata) e infine alterazioni del ruolo funzionale della cavità orale, quindi difficoltà e dolore durante le normali funzioni fonatorie, masticatorie e di deglutizione.
Come viene effettuata la diagnosi per una neoformazione del cavo orale?
Una volta che un medico o il paziente stesso abbiano il sospetto della formazione di una neoplasia, è fondamentale andare il prima possibile a sottoporsi ad un visita specialistica da un otorinolaringoiatra in modo che possa analizzare la salute generale della cavità orale e valutare il grado di avanzamento della neoplasia. Difatti è possibile che la formazione si diffonda ai tessuti circostanti, come ai denti adiacenti o alle gengive. Inoltre, mediante esame semeiotico di palpazione, il medico verifica che nel frattempo non sia insorta un'altra neoformazione che quindi deve essere anch'essa trattata in modo adeguato. Un accertamento molto importante che viene effettuato è quello sui linfonodi. Difatti questi piccoli organi posti lungo le vie linfatiche possono dare preziose informazioni sul decorso e sulla diagnosi della patologia. Se alla palpazione risultano ingrossati, sono specchio di un'infiammazione e pertanto di una reazione del nostro organismo alle cellule della neoplasia; quest'informazione è utile in fase precoce. Se invece il paziente si trova già in una fase avanzata, l'aumento di volume dei linfonodi può voler dire che sono stati colonizzati dalle cellule neoplastiche che a questo punto sono in grado di portarsi anche in parti del corpo più distanti formando le cosiddette metastasi.
In cosa consiste la terapia?
La terapia è diversa a seconda del grado di avanzamento della neoformazione ma è essenzialmente chirurgica. Se si opera all'interno del cavo orale si effettua un'anestesia locale, mentre se è necessario spingersi fino all'orofaringe può essere necessaria l'anestesia generale per controllare il decorso di eventuali sanguinamenti. Nei casi diagnosticati abbastanza precocemente può essere sufficiente asportare esclusivamente la massa tumorale, ma se sfortunatamente l'intervento viene effettuato in uno stadio molto avanzato, spesso è necessario rimuovere anche tessuti o elementi circostanti la neoplasia come porzioni di lingua ma anche dell'osso mandibolare o estrazioni dentali. Il chirurgo procede quindi ad effettuare un'incisione per esporre la massa tumorale e provvede alla sua asportazione insieme all'eventuale demolizione di diversi tessuti danneggiati. Successivamente viene realizzata una ricostruzione dei tessuti coinvolti che oggi giorno può esser eseguita anche con tessuti autologhi, pertanto provenienti dal paziente stesso, di solito da avambraccio o gamba. Dopo una degenza che sarà concordata con il chirurgo, il paziente può finalmente tornare ad una vita sana e con la cavità orale pienamente funzionale.
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